Lo dice il sesto Rapporto sul Ben-Vivere e la Generatività delle Province. Queste classifiche sulla qualità della vita, stilate da istituzioni molto autorevoli, dovrebbero non essere archiviate e nascoste, ma essere considerate come pagelle scolastiche, da cui, si traggono indicazioni preziose per migliorare.
Articolo di Salvo Sorbello. 09 Ottobre 2024
Siracusa e Caltanissetta si classificano rispettivamente al 103mo e 104mo posto, ultime tra le province siciliane, nel sesto Rapporto sul Ben-Vivere e la Generatività delle Province, presentato al Festival nazionale dell’Economia civile, in corso di svolgimento presso l’Università di Firenze. Una ricerca capace di analizzare gli elementi di vulnerabilità e resilienza locale, coordinata da Next Economia, con il supporto di Federcasse BCC-CR e di Avvenire.
Si tratta di una classifica che tiene conto di tutta una serie di indicatori relativi al benessere e al ben-vivere. Non sono infatti rilevanti soltanto i parametri economici, come il Pil, ma assumono un’importanza maggiore dimensioni cruciali per nostra vita come la salute, l’istruzione, la qualità dell’ambiente e del paesaggio, l’ecosistema, la qualità delle relazioni, l’efficienza dei servizi, la qualità del mercato del lavoro, la legalità e la sicurezza, il tasso di natalità e il numero medio di figli per donna, la cultura e il turismo (tasso di motorizzazione, consumo di suolo, inquinamento), la riduzione degli sportelli bancari, la dispersione scolastica.
Non dimentichiamo che abbiamo una sanità traballante, che si spendono cifre enormi per andarci a curare altrove, che molti dei nostri giovani, tra i più preparati ed intraprendenti, scelgono di andare a vivere fuori, che l’età media aumenta a vista d’occhio in una provincia che ha pochi servizi (penso al trasporto pubblico, agli spazi verdi ecc) e dove nascono sempre meno bambini.
Ancora una volta la prima provincia siciliana è quella di Ragusa (73mo posto), mentre in cima alla classifica nazionale ci sono Pordenone, Siena, Milano, Trieste.
Tanti dati negativi che si susseguono e che dovrebbero scuoterci. Queste classifiche sulla qualità della vita, stilate da istituzioni molto autorevoli, dovrebbero non essere archiviate quasi con fastidio o, peggio ancora, nascoste come si fa talvolta con la polvere sotto il tappeto. Ma essere considerate come delle pagelle scolastiche, da cui, così come dovrebbero fare gli alunni quando vi trovano dei brutti voti, si traggono indicazioni preziose su cosa e come mettere in atto, con impegno e costanza, per migliorare. Strumenti essenziali come chiavi di lettura del nostro territorio.
Ed invece mi dispiace dover constatare, con enorme dispiacere, che sembriamo non tenere conto delle sonore, ripetute bocciature che si susseguono una dopo l’altra e che indicano, senza alcun dubbio, che parecchie cose non vanno come dovrebbero. Oppure ci comportiamo come il tifoso sfegatato, che una volta attribuisce la colpa delle sconfitte all’arbitro, un’altra al terreno di gioco, un’altra ancora all’allenatore, fino ad accorgersi a fine stagione di veder retrocessa la propria squadra del cuore.
Servono cittadini attivi al di fuori dal sistema dei partiti, che analizzino uno per uno, nel dettaglio e in maniera approfondita, i vari parametri, chiamando i protagonisti dei vari settori.
Salvo Sorbello, Giornalista e Saggista
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